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QUANTI AVVENIMENTI, IN CIELO E IN TERRA, NEI GIORNI TRA IL 25 GIUGNO E IL 30 GIUGNO 2012 NELLA NOSTRA ZONA DI GODIA (NORDEST DI UDINE): SORVOLO DI AEREI MILITARI, SCIE CHIMICHE IN CIELO, CERCHI NEL GRANO.



Lunedì 25 giugno 2012, ore 15:24 - due aerei militari sfrecciano a bassa quota sopra la nostra abitazione in località Godia (direzione nordovest-sudest)

                                                                               Foto Elsa Colavitti
Martedì 26 giugno 2012, ore 10:54 - scie chimiche coprono il cielo di Udine

                                                                              Foto Elisa Colavitti

                                                             
                                                                          Filmato Elisa Colavitti


Sabato 30 giugno 2012 - tre cerchi nel campo di grano tra la località di Godia e il Comune di  Povoletto



                                                                     Foto http://www.ufoonline.it/


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ARTICOLI STAMPA, LETTERE, COMMENTI SULL'ATTIVITA' AEREA IN FRIULI, LE SCIE CHIMICHE, I CERCHI NEL GRANO.

Attività aerea

ARTA TERME.
La Valle del But torna a essere interessata da scenari di guerra. Per tutta la giornata di ieri elicotteri e aerei hanno simulato azioni di guerra, probabilmente in vista di un loro dislocamento in uno degli scenari caldi del mondo, che ha fatto rimanere con il naso all’insù diversi cittadini della Valle del But, innervosendo diversi residenti e operatori turistici.

«Per tutta la giornata – denuncia Massimo Peresson, presidente di Carnia welcome - questi mezzi aerei hanno girato sulle nostre vallate, impedendo di fatto le escursioni in quota, in particolare quelle equestri». Peresson si chiede dove siano quanti hanno protestato per la Motocavalcata dell’altro fine settimana (Carnia welcome era uno degli sponsor). «Il rombo di aerei ed elicotteri ha certamente disturbato la fauna in maniera molto più di quanto non abbiano fatto le motociclette».
«Le moto viste senza contrassegni che avrebbero, secondo il vicesindaco di Socchieve, creato problemi ai sentieri, non erano quelli della Motocavalcata, in quanto questi avevano tutti il contrassegno della manifestazione. Ma almeno i motociclisti hanno lasciato un segno tangibile all’economia locale, gli aerei invece lasciano solo inquinamento e danni al turismo».
A essere stata sorvolata tutta la vallata del But, da Arta Terme sino a Paluzza al confine con l’Austria da parte di 5 elicotteri d’attacco Apache olandesi con alcuni elicotteri Chinook CH47, probabilmente statunitensi, a supporto. Manovre annunciate che si ritiene in zona facciano parte del piano Nato di istituire anche in Carnia un poligono militare di esercitazione aerea a seguito del trasferimento dalla Germania alla caserma Ederle e all'aeroporto Dal Molin di Vicenza, della 173esima Brigata di Fanteria Aviotrasportata dell’Us Army. Un episodio simile era accaduto lo scorso anno, in maggio, quando diverse persone di Paluzza riportavano che caccia ed elicotteri non italiani sorvolavano il Monte Tersadia – ma senza conferme da parte dei militari – e che si stessero eseguendo esercitazioni aree. Un’ulteriore conferma che lo spostamento della brigata Usa in Italia pone altre servitù alla Carnia.
Già nei mesi passati era trapelata l’ipotesi che la Nato stesse ricercando alcune aree da destinare a esercitazioni nella zona del Monte Bivera, fra Forni di Sopra e Sauris, dove negli anni ’70 un poligono permanente dell’esercito italiano fu avversato dai carnici che occuparono la zona in segno di protesta. Pare ora che si sia scelta una zona più isolata, lungo il confine fra Austria e Italia.

Gino Grillo
Messaggero Veneto
21 giugno 2012


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CARNIA.
La Valle del But come la Libia: scenari di guerra in Carnia con velivoli da guerra che sfrecciano nei cieli di giorno e di notte. E la gente comincia a protestare. Da qualche tempo, come sempre accade in occasione delle varie situazioni critiche nel mondo, in Carnia sono aumentati i sorvoli di aerei, per lo più militari, che passano sulle valli carniche anche a quote basse. Ad avvisare la popolazione di questi passaggi, il sinistro rombo dei motori degli aerei che sorvolano i paesi, anche durante la notte. Da qualche tempo pare che queste azioni si siano concentrate maggiormente nella zona di Paluzza, Val Pontaiba al confine con Paularo Esperti di aeroplani dichiarano di aver riconosciuto alcuni caccia ed elicotteri sorvolare per più volte il Monte Tersadia, quota m 1959, che a nord ovest presenta prati moderatamente inclinati, mentre a sud presenta impressionanti dirupi. Molti, nelle vallate, gli interrogativi e le supposizioni, ma si vocifera, naturalmente con impossibilità di averne conferma dalle fonti militari, che si stia eseguendo una esercitazione di recupero di piloti abbattuti dalla contraerea nemica. Dopo il passaggio dei caccia, infatti, sui monti sono sopraggiunti due elicotteri Chinook CH47, elicottero pesante da trasporto con due rotori, e due da attacco Apache, probabilmente tutti di stanza nella base Nato di Aviano, che avrebbero avuto il compito di ricercare i piloti a terra e recuperarli, dando copertura aerea a questa delicata fase. I mezzi aerei sono in dotazione anche all'esercito italiano, ma soprattutto a quello Usa.

Gino Grillo
Maggio 2011
    E per quanto riguarda gli aerei americani della base nel Pordenonese, è vero invece che questo è periodo di grandi esercitazioni, ma è anche vero che il corridoio utilizzato è quello dell’Adriatico con una rotta di approccio che non prevede il sorvolo di Udine e della sua zona.
    E allora cosa c’era ieri nel cielo del Friuli? A quanto pare nulla di insolito, se non il normale traffico aereo. Nel cielo del Friuli si incrociano ormai molte rotte di collegamento, essendo il capoluogo friulano al centro di vie aeree di aeroporti importanti quali Venezia, Monaco, Lubiana e Klagenfurt.
    Oltre che naturalmente Ronchi, anche se chiaramente le tracce lasciate ieri erano di aerei che volano comunque a circa 8-10 mila metri circa d’altitudine e che quindi non riguardano i mezzi in arrivo o in decollo sull’aeroporto regionale.
    «In realtà non c’è nessun mistero e neanche credo spazio per i cosiddetti “complottisti” - chiude subito la discussione Sergio Nordio, previsore dell’Osmer Arpa, esperto quindi di atmosfera e “dintorni” -. In realtà il fenomeno delle cosiddette scie più o meno chimiche non ha nulla di misterioso. Si tratta di una conseguenza dell’emissione nell’atmosfera dei residui di combustione da parte di quelli che possono essere definiti i tubi di scappamento degli aerei. Quando questi residui di combustione “impattano” con l’atmosfera e le condizioni sono, a quell’altezza, di particolare umidità allora gli aerei al loro passaggio lasciano queste famose scie. Ma per farlo, oltre a un determinato e preciso tasso di umidità, le condizioni devono essere particolari sia per quanto riguarda la temperature (che deve essere particolarmente bassa), ma anche per quel che interessa la pressione e il vento. Ecco perchè - precisa ancora Nordio - le scie si vedono soltanto in certe giornate. Nessun esperimento segreto dunque, soltanto l’interazione, in certe condizioni, di particolari elementi naturali combinati con un’azione dell’uomo per niente misteriosa come può essere un volo d’aereo».
    In realtà, spiega lo stesso Nordio, ci sono anche altre scie create ad hoc dall’uomo. In America come pure in Cina si sono svolti alcuni esperimenti per provocare la creazione di nuvole e quindi far piovere “a comando”. «Ma non credo proprio che il Friuli - conclude Nordio - abbia bisogno di pioggia su ordinazione!».

    Federica Barella
    Messaggero Veneto
    27 giugno 2012
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    La lettera

    al Messaggero Veneto
    di Matteo Roitero - Udine

    Le scie nel cielo e l’inquinamento
    ...  Avrete sentito parlare di scie chimiche, non quelle di condensazione degli aerei che durano massimo 5 minuti ma, quelle che persistono ore, per velare poi tutto il cielo. Certi giorni, queste irrorazioni clandestine comportano il sorvolo nei cieli di decine di aerei che coprono rotte aeree sospette (curvilinee, a spirale secondo l'estro dei piloti) che non vengono frequentate dalle normali compagnie nei restanti giorni. In tutto il mondo comitati, formati anche da esperti, considerano queste "scie chimiche" un sistema di irrorazione di geo-ingegneria, tale da essere definito un crimine contro l'umanità. Non mi dilungo, se come vostro dovere morale di giornalisti volete indagare, il vostro collega Gianni Lannes, ha fatto indagini sull'argomento e potrà darvi uno spunto di partenza. Sembra strano che un "programma militare prioritario" possa irrorare cittadini inermi; la storia ci insegna che è già avvenuto per esempio quando sono stati testati i defolianti per la guerra del Vietnam. Le stesse persone hanno autorizzato l'uso di armi chimiche, biologiche, atomiche, indifferenti alle conseguenze cagionate a migliaia di persone inermi. In Spagna su un giornale per bambini hanno scritto che le scie di condensazione servono a "decorare il Cielo", non è triste ed allarmante? Non Vi è vergogna da parte vostra? Spero che possiamo respirare la stessa aria, perché la sua deve essere più pulita della mia.

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    La lettera

    al Messaggero Veneto
    di Tiziana Marra - Tolmezzo
    24 luglio 2012

    Scie nel cielo Preoccupazioni molto fondate.
    Scrivo in merito all’articolo del 27 giugno scorso «Il cielo si riempie di scie: decine di segnalazioni»... Non solo in quella giornata, ma nella maggior parte delle giornate dell’anno il cielo è ormai tracciato ovunque da nubi geometriche disegnate dalle scie di innumerevoli rotte aeree che vanno moltiplicandosi di anno in anno (si parlava del passaggio di un centinaio di aerei al giorno sopra la zona di Treppo Carnico e Paularo già da tempo), oltre al passaggio sempre più frequente di aerei militari. E sarebbe interessante mettere in relazione questi ultimi con gli strani annuvolamenti che spesso seguono il loro passaggio e che velano improvvisamente un cielo pulito e terso fino a quel momento... Nel nostro territorio tali voli sono andati intensificandosi in modo preoccupante, costituendo un fattore di pericolo, di inquinamento e di disturbo sia di giorno sia di notte e tutto questo sempre a danno della popolazione friulana! Se poi l’inquinamento causato da un F16 è pari a quello di 15 mila auto, come scrive il lettore di Aviano, possiamo solo augurarci che questo problema sia preso in considerazione seriamente e al più presto dalla nostra Regione. Non si può che condividere la preoccupazione espressa dal consigliere Antonaz sui voli a bassa quota di aerei militari e sulla presenza di elicotteri da guerra che hanno sorvolato per due giorni la valle del But, nelle due interpellanze rivolte al Presidente della Regione, condivise da buona parte dell’opinione pubblica ma lasciate cadere nel vuoto da troppi silenzi.

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    L'ESPERIENZA PERSONALE DI ELISA

    Sabato 29 ottobre 2011,  ore 11:00 circa

    Il cielo di Udine era quasi interamente solcato da scie incrociate. Per segnalare la situazione, ho telefonato al giornale locale Messaggero Veneto. L'operatore non fu per niente interessato all'argomento e non mi passò alcun giornalista. Disse che, essendo sabato, non erano presenti giornalisti. Mi disse inoltre che probabilmente la numerosa presenza di aerei era dovuta alla visita del Ministro della Difesa La Russa  nella Bassa friulana. Alla mia insistenza che gli aerei non si vedevano si sentivano, il tizio chiuse la comunicazione! - Nessun articolo su tale argomento uscì sul giornale nei giorni che seguirono (a me non risulta).

    N.B.
    Nel periodo successivo, la presenza delle scie è stata piuttosto frequente nel cielo di Udine. Mi ricordo, ad esempio, il venerdì 18.11.11 e poi diverse volte durante l'inverno, però con minore diffusione.
    La prima volta che  vidi  le scie chimiche fu il martedì 16 agosto 2011 tant'è che misi la breve notizia pubblicata dal Messaggero Veneto sulla mia bacheca di Facebook



                                 I cerchi nel grano
    POVOLETTO.
    Hanno preso d’assalto la rotonda di Godia neanche fosse il litorale di Lignano. E non li ha spaventati neppure la canicola che all’ora di punta ha toccato i 33/35 gradi. Coppie con bambini piccoli, ragazzini, adolescenti, ciclisti, persone di mezza età, curiosi armati di macchina fotografica, apparecchi digitali e gli immancabili telefonini.

    Appena si è diffusa la notizia che in un campo di grano al confine con Povoletto erano comparsi dal nulla tre cerchi – e quello maggiore ne conteneva un quarto – centinaia di persone sono andate a curiosare creando non pochi problemi alla circolazione, tanto che è stata allertata una pattuglia di carabinieri del Nucleo radiomobile che ha faticato non poco a convincere i curiosi più indisciplinati che non era proprio il caso di lasciar parcheggiata la macchina sulla rotonda per gustarsi l’insolito spettacolo.
    E solo l’accertamento di chi aveva compiuto infrazioni e l’arrivo dei rinforzi ha portato la circolazione quasi alla normalità. Perchè ieri mattina poco dopo le 9, raccontano i primi testimoni, la rotonda era intasata di vetture: alcune provenienti anche da paesi che distano decine di chilometri di distanza.
    Lo “spettacolo” dei quasi perfetti cerchi lo si poteva ammirare da una collinetta e il non vasto campo di grano, il cui raccolto ha prodotto circa 50 quintali di frumento, ne ospitava tre quasi certamente creati alle prime ore dell’alba di ieri, come confermato dal proprietario dell’appezzamento di terreno Giuseppe Tonutti, titolare dell’agriturismo Chilometro 6 a Martignacco.
    «Venerdì sera era tutto tranquillo e ieri mattina con calma, dopo aver lavorato in altri campi, sarei dovuto venire a fare il raccolto. Non ce l’ho con i curiosi, ma di sicuro quel o quei buontemponi che hanno fatto questo scherzo mi hanno fatto perdere almeno 5/10 quintali di grano. Un danno di qualche centinaio di euro».
    I più curiosi, e sono state diverse decine, tra le centinaia di persone confluite sul posto, non hanno esitato a scendere dalla collinetta e, senza rovinare il campo, arrivare al centro dei cerchi, sfruttando i numerosi corridoi di una decina di centimetri creati dai trattori che fornivano al terreno i prodotti necessari per la crescita del frumento.
    La prima pattuglia di carabinieri, arrivata da Cassacco prima delle 10, probabilmente pensava a un incidente o a un incendio nella zona, visto l’intasamento delle vetture nella rotonda di Godia e ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per riportare la calma e il traffico nei limiti accettabili.
    Non sono mancati gli accertamenti per coloro che avevano posteggiato in malo modo sulla strada o scesi nella proprietà privata, ma difficilmente ci sarà un seguito per loro visto che il bonario proprietario non intende sporgere denuncia o querela.
    La situazione si è normalizzata poco prima delle 13 dopo l’intervento del proprietario Giuseppe Tonutti, giunto a bordo di un gigantesco trattore. Poco prima c’era stato l’arrivo della mietitrebbia che nel giro di mezz’ora ha raso al suolo le figure geometriche che per più di qualcuno rimangono comunque opera di Ufo o entità non umane.

    Angelo Orfanò Chiarenza
    Messaggero Veneto
    01 luglio 2012


    POVOLETTO.
    GLI ESPERTI: CREATI DALL'UOMO. ECCO COME SI FA
    «I cerchi nel grano, soprattutto quelli con una struttura semplice, possono essere realizzati con corde di misura prestabilita e un palo o persone che fanno da punto centrale per il raggio, facendo da perno; per lo schiacciamento delle spighe è sufficiente una tavola di 120 centimetri o rulli da giardino. Lo dichiarano il presidente e la vicepresidente di Stargate Fvg il toscanissimo Valter Colognori e l’indigena Barbara Trevisan che da anni studiano questo fenomeno che anche in Friuli si ripete con cadenza quasi annuale.

    «Esistono due metodi - continuano gli addetti ai lavori - dal centro verso l’esterno o viceversa dall’esterno al centro. Nel caso di Povoletto addirittura il centro non è proprio il centro del cerchio, perché leggermente spostato e la circonferenza è un po’ ovale. Una volta pianificato e messo su carta il progetto, basta fare una scala metrica di riduzione e stabilire la direzione e la lunghezza dell’interasse con almeno due punti distali. Per entrare nel cerchio, basta sfruttare i corridoi precedentemente creati dai mezzi agricoli. I cerchi si possono realizzare anche in poche ore, con condizioni di luminosità praticamente nulle e con un minimo di tre persone. Con questo non è corretto affermare che siano tutti creati dalla mano umana, ma che semplicemente è un fenomeno in parte riproducibile e di difficile interpretazione. Saranno comunque effettuate le analisi sulla spiga che siamo riusciti a prelevare da un campo, prima che questo fosse “spianato” dalla mietitrebbiatrice, anche se il responso ha alte probabilità di essere negativo».
    E quindi quasi certamente i tre cerchi – il più ampio ne aveva un altro al suo interno – sono opera umana.

    Messaggero Veneto
    01 luglio 2012