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L'HO CHIAMATA "PALOMA"

Quando si dice i casi della vita!
Il 24 giugno  ero insieme a mamma, sorella e marito. Per andare a prenderci un caffè avevamo in mente tre possibilità: un bar in Viale Volontari della Libertà, un bar in Piazzale Osoppo e uno in Via San Daniele. Abbiamo optato per quest'ultimo. Ed è in questo bar, precisamente nell'area lastricata esterna, che si presentò subito il caso che il destino ci aveva voluto "abbinare" (in un altro bar ci sarebbe stato, forse, un altro "abbinamento") Fra i tavolini vuoti si spostava con difficoltà un piccione. Man mano che ci avvicinavamo lui si spostava verso i retro del bar con dei  voli brevi e a bassa quota. Voli faticosi e atterraggi barcollanti tanto da capire ben presto che una zampina, quella di sinistra, era ferita.
La barista ci raccontò che il piccione era da molto tempo in quelle condizioni e che lei gli dava da mangiare. Aggiunse che doveva trovare una soluzione perché certi clienti non erano contenti di quella presenza. 
Io, naturalmente, mi  offrii per provare a catturarlo e portarlo a casa, anche con la prospettiva di consegnarlo successivamente al gestore del Centro di recupero fauna selvatica della Provincia di Udine.
La gabbietta per catturarlo era in auto (la porto sempre per ogni evenienza). Qualche minuto di pazienza....  ecco, è dentro!!! Meno male altrimenti, che fine avrebbe fatto il piccione dal momento che la barista, alcuni giorni dopo, chiuse per ferie?
Portato a casa, l'ho messo nella voliera insieme a Colombella ma ho dovuto subito trasferirlo in un'altra gabbia in quanto la nostra colomba lo aggrediva. Stando da solo, il piccione si è subito sentito a suo agio: mangiava, beveva e si riposava.
Per far visionare le condizioni fisiche del piccione, pochi  giorni dopo ero a Campoformido, presso il Centro di recupero fauna selvatica della Provincia di Udine, gestito dal Signor Zuliani. il quale lo prese in consegna con la possibilità di riconsegnarmelo dopo un periodo più o meno lungo di osservazione (a quanto pare,  il piccione domestico non è considerato appartenente alla fauna selvatica e quindi un privato cittadino lo può detenere). Zuliani mi disse che non era possibile il recupero dell'arto e nemmeno l'amputazione. Comunque, qualche miglioramento, col tempo, lo avrebbe avuto. Aggiunse che molto probabilmente era una femmina e che per tale motivo veniva aggredita dalla mia colomba. Mi sembrò quindi opportuno chiamarla "Paloma".







AGGIORNAMENTO AL 9 AGOSTO 2014

Sono stata al Centro recupero fauna selvatica di Campoformido. Ho visto Paloma. Stava in una grande voliera insieme a tanti suoi simili. Non sarebbe stato giusto portarla via. Ciao Paloma, ogni tanto passerò a trovarti.





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